STORIA
Bugliano oggi conta 1323 abitanti suddivisi in quattro centri abitati: Bugliano, San Ruffino, Bagnaia e Cevoli.
Le prime notizie su Bugliano sono riconducibili secolo decimo, da alcune pergamene dell'Archivio Arcivescovile di Pisa, risalenti agli anni 937 e 934. Trattano entrambe di beni concessi ad enfiteusi dai vescovi di Pisa per conto della loro cattedrale. la quale possedeva in Val diBagnaia, diversi terreni posti lungo il torrente Rigane, fra Bugliano e Fauglia. Ai tempi della Repubblica Pisana Bugliano fece parte come rocca del capitanato delle Colline superiori, di cui Lari era la guida principale. Il castello di Bugliano si assoggettò e prestò giuramento di fedeltà alla Repubblica Fiorentina il 20 ottobre 1406. Gli uomini di Bugliano compilarono insieme con quelli di Fauglia nel 1416, i loro statuti da essi rinnovati nel 1543. Gli uomini di Bugliano nel 1433, e di nuovo nel 1496, si ribellarono con altri paesi del contado pisano ai Fiorentini, i quali furono ben presto soffocarono queste rivolte. Nel 1491, la giurisdizione del castello di Bugliano passò sotto il vicariato di Lari.
Il territorio di Bugliano restò smembrato dalla giurisdizione civile e criminale di Lari all'epoca della creazione del Capitanato nuovo di Livorno (1606), cui venne riunito il distretto di questa comunità. Fu quindi nel 1722 nuovamente distaccato dalla giurisdizione di Livorno, allorché il Granduca Cosimo III de' Medici, con rescritto del 9 maggio di quell'anno, eresse Bugliano a feudo granducale, con titolo di contea, a favore del nobile fiorentino Francesco Lorenzi e dei suoi figli discendenti maschi. Tale atto fu sancito nel comune di Bagnaia, all'interno del palazzo di Roncione, palazzo che servì poi di residenza al vicario del conte feudatario.[3] La contea si estendeva sui borghi e le località di Tremoleto, sede del vicario feudale, Vicchio, Colle Alberti, la Valle del Tani fino al Rio Gagliano, Poggio al Fico, la Tora fino a monte della Toraglia, Poggio alle Talpe, Collinella, Cerreta, Botro Fruscello e Corneta. Nel 1783 il discendente Francesco Orlando Lorenzi, in assenza di eredi maschi, restituisce il feudo alla Corona che poco dopo lo eresse in comunità autonoma.
Le prime notizie su Bugliano sono riconducibili secolo decimo, da alcune pergamene dell'Archivio Arcivescovile di Pisa, risalenti agli anni 937 e 934. Trattano entrambe di beni concessi ad enfiteusi dai vescovi di Pisa per conto della loro cattedrale. la quale possedeva in Val diBagnaia, diversi terreni posti lungo il torrente Rigane, fra Bugliano e Fauglia. Ai tempi della Repubblica Pisana Bugliano fece parte come rocca del capitanato delle Colline superiori, di cui Lari era la guida principale. Il castello di Bugliano si assoggettò e prestò giuramento di fedeltà alla Repubblica Fiorentina il 20 ottobre 1406. Gli uomini di Bugliano compilarono insieme con quelli di Fauglia nel 1416, i loro statuti da essi rinnovati nel 1543. Gli uomini di Bugliano nel 1433, e di nuovo nel 1496, si ribellarono con altri paesi del contado pisano ai Fiorentini, i quali furono ben presto soffocarono queste rivolte. Nel 1491, la giurisdizione del castello di Bugliano passò sotto il vicariato di Lari.
Il territorio di Bugliano restò smembrato dalla giurisdizione civile e criminale di Lari all'epoca della creazione del Capitanato nuovo di Livorno (1606), cui venne riunito il distretto di questa comunità. Fu quindi nel 1722 nuovamente distaccato dalla giurisdizione di Livorno, allorché il Granduca Cosimo III de' Medici, con rescritto del 9 maggio di quell'anno, eresse Bugliano a feudo granducale, con titolo di contea, a favore del nobile fiorentino Francesco Lorenzi e dei suoi figli discendenti maschi. Tale atto fu sancito nel comune di Bagnaia, all'interno del palazzo di Roncione, palazzo che servì poi di residenza al vicario del conte feudatario.[3] La contea si estendeva sui borghi e le località di Tremoleto, sede del vicario feudale, Vicchio, Colle Alberti, la Valle del Tani fino al Rio Gagliano, Poggio al Fico, la Tora fino a monte della Toraglia, Poggio alle Talpe, Collinella, Cerreta, Botro Fruscello e Corneta. Nel 1783 il discendente Francesco Orlando Lorenzi, in assenza di eredi maschi, restituisce il feudo alla Corona che poco dopo lo eresse in comunità autonoma.
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